GLI ORGANISMI URBANI STORICI: PASSATO, PRESENTE E FUTURO, NELLA STRATEGIA DI CONSERVAZIONE, TRASFORMAZIONE ED INNOVAZIONE DEL COSTRUITO STORICO.
Eccezionali consensi ed elevata affluenza di pubblico per l’importante Giornata di Studio, tenutasi a Canosa di Puglia, il 10 Novembre c.a., presso Palazzo Mariano.
Straordinario successo del CONVEGNO “Istituzione del Museo Archeologico Nazionale e Riqualificazione urbanistica e socio-economica del centro storico-area castello”, tenutosi a Canosa di Puglia il 10 novembre u.s., presso l’accogliente ed elegante Palazzo Mariano, fortemente voluto dal Presidente del Rotary club di Canosa prof. dott. Giuseppe Palumbieri e dal prof. Matteo Ieva. Canosa deve e vuole rivivere il suo glorioso passato.
Durante la giornata di studio “Strategie di conservazione, trasformazione e innovazione dell’organismo urbano storico”, si sono avvicendati docenti universitari, di notevole levatura scientifica, che hanno affrontato numerose problematiche. L’attenzione di un folto gruppo di ascoltatori – rotariani, architetti, ingegneri, giovani studenti – ha accompagnato costantemente i lavori delle due sessioni del convegno e la presentazione della tesi: ”La città murata di Canosa di Puglia criticità e prospettive di recupero dell’ex borgo dei Santi Quaranta martiri e Ipotesi di valorizzazione dell’area di Piano San Giovanni”; a seguire, ha suscitato notevole interesse la tavola rotonda: ”Strategie di recupero, rinnovamento urbano, sociale e culturale della città murata di Canosa di Puglia”.
Dopo i saluti ai presenti, il Presidente del Rotary prof. Giuseppe Palumbieri apre il convegno e, citando G. Malher, “tradizione non è culto delle ceneri, ma custodia del fuoco”, riafferma che l’enorme patrimonio archeologico e storico-artistico di Canosa non è solo il riflesso di un glorioso passato, ma costituisce il fuoco che pulsa e illumina il percorso dello sviluppo economico e culturale della nostra Città, anche attraverso la sua candidatura – da sostenere tramite un articolato dossier – a Sito Unesco Patrimonio culturale mondiale dell’Umanità.
Sono intervenuti,per porgere il loro saluto: il sindaco di Canosa avv. Roberto Morra che ha reso note tutte le strategie messe in atto, in questi pochi mesi di suo mandato, per la valorizzazione del territorio ed il conseguente rilancio produttivo ed economico di tutta la comunità cittadina, tramite l’assegnazione di 12 alloggi, attenzione alla legalità, albergo diffuso in loco per i visitatori, borse di studio per i giovani; il Presidente della Fondazione Archeologica Canosina, Sabino Silvestri e la Presidente dell’Arch_é Angela Buonadonna, dichiarano che tutta la comunità e gli addetti ai lavori devono cooperare per conseguire gli obiettivi indicati nel convegno, credendo nei nostri giovani e nelle nostre professionalità più qualificate; in rappresentanza del Presidente della BCC Giuseppe Fiorella, maggiore sponsor dell’evento, il dott. Antonio Sabatino rinnova l’impegno della banca ad essere vicina al territorio, per il recupero di tutte le aree produttive; l’arch. Giuseppe D’Angelo, Presidente architetti PPC BAT, pone l’accento sulla urgente necessità di privilegiare la conservazione e valorizzazione di edifici esistenti e rivolge un invito a fare un’analisi puntuale dei possibili fruitori e delle significative evoluzioni sociali, privilegiando la qualità dei progetti, individuati attraverso concorso pubblico, mentre il rappresentante dell’Ordine degli Ingegneri BAT dichiara la piena disponibilità a porre le loro professionalità al servizio di questi importanti obiettivi.
Il prof. Attilio Petruccioli introduce la I sessione, sostenendo che, propedeutica ad ogni intervento, è la comprensione del monumento, non la sua venerazione: solo un’attenta ricerca filologica, un’attenzione al palinsesto della “Storia”, un’approfondita interpretazione dei codici costruttivi , possono far diventare i tessuti urbani degli organismi dinamici, che, a loro volta, possono cambiare nel tempo e nello spazio.
Il recupero diventa un paziente e sapiente lavoro di rammendo di tutto l’esistente, un’ideale continuità tra vecchio e nuovo. Le varie, e talvolta discordanti, tipologie abitative rinnovano la loro “concordia ordinum”; l’uso di materiali attuali si coniuga con i vecchi materiali e, in questo modo, si abita la casa antica con l’emozione di rivivere la propria storia.
La relazione del prof. Ieva sottolinea come sia necessario coniugare etica comportamentale ed estetica: la lingua architettonica è espressione di sintesi di questo binomio; eticità, prosegue, si configura non solo come principio, ma come azione, diventa responsabilità e si traduce in termini di equilibrio dei mezzi e utilizzo dei contenuti.
Bisogna interpretare la città in tutti i monumenti storici in cui si è espressa.
I proff. Paolo Carlotti, Giuseppe Arcidiacono e Marco Maretto, tramite la proiezione di numerose slide e di esempi concreti di riqualificazione dei centri storici, profilano delle ipotesi operative, a partire da ciò che è stato già realizzato, mentre il Prof. Marano mette in evidenza la necessità di incentivare la cooperazione tra pubblico e privato, definendone anche le modalità, come previsto dalle leggi vigenti, ed infine il prof. Nicola Rizzi propone l’analisi strutturale di un manufatto a Bisceglie (palazzo Milazzi), luogo fisico in cui si evincono le connessioni tra passato e presente, frutto di una visione dinamica e moderna del territorio.
Il prof. Palumbieri – esaminata, in termini di dialettica hegeliana, la tesi del Prof. Michele Zampilli, coerente con l’indirizzo prevalente nella comunità scientifica, secondo cui il restauro urbano deve ripristinare il costruito storico, senza evidenziare discontinuità morfologica con il costruito pre-esistente, e l’antitesi indicata dal Prof. Riondino che, nel restauro dei centri storici, tra permanenze e mutazioni, esalta la dissonanza, in contrapposizione all’armonia compositiva classica – propone, quale sintesi del processo dialettico, la presenza di rari elementi dissonanti in un costruito storico urbano restaurato prevalentemente attraverso una accurata ricomposizione filologica del tessuto urbano, opportunamente “rammendato”.
Non si possono sottacere le difficoltà di chi si avventura in tale progetto, ma il futuro si costruisce con la forza delle idee ed il coraggio di pochi.
Molto interessante la presentazione della Tesi di Laurea, in cui si mostra
come sia possibile reinventare integralmente un periodo storico della nostra città, con i suoi “vignali”, i suoi vicoli con ottica moderna.
A seguire la tavola rotonda – con interventi dei proff. Mariella Diaferio, Leonardo Rignanese, Gabriele Rossi, Matteo Ieva, volti a testimoniare la fattibilità delle interessanti proposte – condotta dal prof. Palumbieri, la cui proposta operativa di un progetto pilota, con l’individuazione di un’area nella zona “Castello” da sottoporre a riqualificazione urbanistica a breve termine, viene raccolta dall’assessora alla programmazione territoriale del Comune di Canosa prof.ssa Sabina Lenoci che annunzia, a sua volta, un accordo quadro con il dICAR del Politecnico di Bari.
Lo stimolo fornito agli addetti ai lavori e al numeroso pubblico intervenuto sarà sicuramente utile ad individuare e mettere in atto, a breve-medio termine, strategie e risorse per restituire a Canosa il suo ruolo di città antica e nuova, ancora grande e generosa con i suoi cittadini.
Al Rotary di Canosa e all’Arch_é, promotori e organizzatori, sono dovuti i ringraziamenti di tutta la cittadinanza, per aver posto all’attenzione della Comunità l’urgenza di un’ immediata soluzione delle succitate problematiche.
Sottacere significa, ancora una volta, negare ai suoi figli un futuro a Canosa.
Il Presidente del Rotary conclude auspicando a breve una Conferenza d’intenti con le autorità istituzionali provinciali, regionali e nazionali, per avviare un processo politico che conduca alla completa attuazione degli obiettivi individuati, pur nella diversità di scuola di pensiero, credendo fermamente che le dissonanze non si contrappongono, ma si completano, e che la “Dialettica” fa la “Grande Storia”.
Prof.ssa Anna Antifora Lomuscio